Regie Massimo Costabile

     

LA METAMORFOSI

da Franz Kafka
di Massimo Costabile
e Antonello Antonante

"Gregor Samsa,svegliandosi una mattina da sonni agitati,si trovò trasformato nel suo letto in un enorme insetto immondo..."F. Kafka

La metamorfosi è già in atto, è ormai un processo irreversibile,sarà di lì a poco un fatto compiuto. Comincia da parte dei testimoni, una nuova classificazione del tempo, suddiviso in antecedente e successivo al "fatto".
In una struttura da "triller" i due personaggi intessono altre storie, muovendosi in un labirinto di memorie, segni, sensazioni, nell'attesa che succeda qualcosa.
La scoperta della "metamorfosi" turba ma non sconvolge,ci si abitua presto,tutto rientra nella normalità.
In uno spazio indefinito, nella più lacerante solitudine i due personaggi "trascorrono il tempo" inconsapevoli della loro impotenza a modificare.
Progetto e regia Massimo Costabile - Antonello Antonante
Interpreti Massimo Costabile - Antonello Antonante
Scene Dora Ricca
Produzione Centro R.A.T. - Teatro dell'Acquario - 1984
Estratti dalla Rassegna Stampa
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Puglia (20/04/1984)
METAMORFOSI,CON...POCO KAFKA
"...La metamorfosi di Gregor Samsa in scarafaggio,che allo spettatore è lasciato vedere solo attraverso la fantasia, diventa il "pretesto" di questa originale rappresentazione realizzata con carica inventiva della Cooperativa calabrese. Attraverso un intreccio di altre storie e sulla scia di sensazioni, segni, memorie, i due personaggi pian piano ci montano su una storia da "thriller" che si svolge tutta in uno spazio davvero indefinito, reso tale da una sequenza di suoni ma soprattutto di colori tecnicamente ed avanguardisticamente vari, orchestrati infine da una scenografia pulita e allo stesso tempo resa viva dal contrasto del suo bianco e nero..."

La gazzetta del mezzogiorno (14/04/1984)
UNA "METAMORFOSI" DI GUSTO SPERIMENTALE
"...In una scatola scenica desolatamente grigia e vuota,a scandire i ritmi (ora lenti,ora concitati,ora amplificati) della recitazione dei due attori e i loro gesti e movimenti tra il clownesco e il disarticolato,intervengono alcune sequenze misteriose e suggestive:una bicicletta attraversa lentamente il proscenio sulle note di un valzer di Strauss e successivamente la si vede rimpicciolita dalla distanza (la memoria?) arrancare in salita, un riquadro di finestra appare e scompare su una citazione beckettiana...
Spettacolo impaginato con notevole cura e con mestiere, anche sotto tecnico-visivo, con un eccesso di gioco "avanguardistico" e di gusto sperimentale."