...PER
LA MEMORIA. Parole, musica, immagini per non dimenticare
23/25 gennaio 2009 Compagnia Teatrale Lalineasottile e il MUMA- Accademia di San
Martino
Parco Storico del Ninfeo – Vadue di Carolei.
Manifestazione di teatro/musica/cinema/arti visive per ricordare uno
dei periodi più tragici della storia del genere umano.
Parlare di Shoah non è facile. Spesso i sopravvissuti
hanno utilizzato il silenzio per testimoniare l'orrore a cui avevano
assistito.Le parole, insufficienti a comunicare l'esperienza del campo
di sterminio, con la loro assenza testimoniavano il tentativo di recupero
del pudore, di quella dimensione privata che la vita del lager aveva
drammaticamente annullato. Il campo di concentramento - scrive Milan
Kundera - è l'eliminazione totale della vita privata. Il silenzio,
in quest'ottica, diventa il mattone primo su cui ricostruire la propria
esistenza.Ma chi quest'esperienza non l'ha vissuta ha il dovere di
parlare e l'obbligo di ricordare. Diventa un'operazione indispensabile,
oggi, recuperare alla memoria collettiva le testimonianze di quanti
vissero l'orrore dell'Olocausto, perché la vergogna non goda
alcuna amnistia.
«
Terezin. Le farfalle non volano qui » , una proposta di teatro/narrazione
in cui si affronta la terribile realtà dei bambini che furono
internati nel lager di Terezin prima di essere uccisi nelle camere
a gas e bruciati nei forni crematori ad Auschwitz. Nel campo di concentramento
di Terezin furono rinchiusi 15.000 bambini di cui solo un centinaio
riuscì a sopravvivere. La loro vita, conclusasi in un breve
arco di tempo, fu dolorosissima , un vero inferno in terra, le sofferenze
sia fisiche che morali furono allucinanti e inimmaginabili. Durante
il periodo di internamento i bambini, tutti al di sotto dei 14 anni,
riuscirono a scrivere poesie e comporre disegni .
Con l’ausilio di qualche oggetto e di immagini/video l’attrice,
sola in scena, nel doppio ruolo di narratrice e di superstite, ci
fa rivivere da una parte, le sofferenze, le paure, la disperazione,
la solitudine nel campo di concentramento di Terezin e dall’altra,
attraverso i disegni e le poesie, la speranza dei bambini di rivedere
di nuovo una farfalla volare sui prati.Si ricrea quello che i bambini
di Terezin hanno cercato di rispondere con la loro dolcezza e con
il loro infantile dolore ad uno dei più allucinanti avvenimenti
dell’ultimo conflitto mondiale
Estratti
dalla Rassegna Stampa Cliccare
sul TITOLO per visualizzare le recensioni originali
Calabria
ora (04/02/2011) Una
rappresentazione per riflettere Lo
spettacolo, tenuto nel teatro della scuola di Pizzoni, ha avuto
come unica attrice protagonista Antonella Carbone, la quale
ha narrato e interpretato in maniera molto struggente ed appassionata
alcune delle poesie provenienti dal ghetto di Terezin mentre
venivano proiettati i disegni ritrovati del luogo di detenzione.
Nell’ultima parte della rappresentazione, l’attrice
ha ricordato a tutti con un monologo le attuali guerre nel mondo,
supportata dalle foto dei bambini vittime dei conflitti scoppiati
in Israele, Palestina e così via. (Salvatore Donato)
Il
Quotidiano della Calabria (20/02/2009) Soveria
mannelli, al Liceo Costanzo rappresentazione teatrale della
Shoah. ...La
rappresentazione che ha catturato e commosso la giovane platea,
ha affrontato la spaventosa realtà del campo di sterminio
di Terezin. Per riprodurre l'ambiente del lager il regista ,
oltre ad utilizzare semplici e significativi oggetti (valigie
di cartone, scarpe, filo spinato, indumenti, disegni, poesie,
ecc...),si è avvalso di proiezioni video-musica. Molto
brava l'attrice Antonella Carbone, in scena nel doppio ruolo
di narratrice e superstite, che è riuscita a far rivivere
e trasmettere le sofferenze, la paura, la disperazione, la solitudine
dei bambini e la speranza dei giovanissimi internati.
Gazzetta
del Sud (22/01/2011)
LE FARFALLE VOLERANNO ANCORA NELL'INFERNO
DI TEREZIN ?
Teatro e narrazione per raccontare la storia del lager di Terezin,
dove i bambini lasciarono le loro testimonianze con disegni,
poesie, opere con le quali hanno comunicato al mondo i loro
sentimenti, le paure, il terrore, la rabbia, l'angoscia, l'ansia,
le speranze, i sogni dei loro ultimi giorni
La
Provincia Cosentina (04/02/2008)
DISEGNI PER SPERARE
Antonella
Carbone, sola in scena, con l'ausilio di qualche oggetto,e di
immagini video, ripercorre le sofferenze, le paure, la solitudine
provata dai 15.000 presenti nel campo di concentramento di Terezin
, dei quali solo un centinaio riuscì a sopravvivere.
Il regista Massimo Costabile, prima dell'inizio dello spettacolo,
ne ha fatto una breve presentazione invitando i giovani presenti
a riflettete su un tema così delicato che ancora, dopo
tanti anni, continua a destare orrore
La
Toscano-Erodoto celebra la Giornata della Memoria
Con suoni ed immagini toccanti, con una semplice scenografia
, lo spettacolo è stato apprezzato molto dai ragazzi
che hanno assistito in silenzio, in maniera composta, coinvolti
emotivamente e molto partecipi, essendo stati già istruiti
sulla triste storia dai loro insegnanti. Scopo della manifestazione
è stato anche di tenere sempre vivo il ricordo di quei
tragici momenti, di insegnare ai ragazzi la tolleranza e il
rispetto del diverso. Di insegnare ad amare. Alla fine i ragazzi
incuriositi hanno fatto spontaneamente diverse domande all’attrice,
sia riguardo lo spettacolo che riguardo la narrazione.
da
Informazione periodico di informazione e cultura degli Alunni
dell'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato
"L. Da Vinci" di Castrovillari Il teatro della Memoria
Non capita tutti i giorni di andare a
teatro. La Giornata della Memoria vissuta con la mia classe,
mi ha regalato questa gioia. La rappresentazione "Terezin.
Le farfalle non volano qui", interpretata dalla bravissima
attrice calabrese Antonella Carbone mi ha molto colpita. Credo
che abbia toccato l'animo di tutti i ragazzi. E' riuscita a
farci entrare nel passato e a farcelo vivere appassionatamente...
Penso che il linguaggio teatrale sia molto adatto a comunicare
sentimenti forti, emozioni profonde, commozione che gli altri
linguaggi non riescono a trasmettere.Questa per me è
stata la prima esperienza teatrale vissuta ed è riuscita
a farmi capire il vero significato della Shoah. (Drisla
Maloku 2 B Odontotecnico)
L'attrice
Antonella Carbone ha interpretato la storia di una bambina ebrea
internata nel campo di concentramento di Terezin. L'attrice,
bravissima, con un linguaggio molto coinvolgente e l'uso di
appropriati oggetti è riuscita a catturare la nostra
attenzione facendoci entrare nella storia rappresentata. Abbiamo
provato una grande emozione, ci siamo commossi fino alle lacrime,
noi che di solito non andiamo molto d'accordo con la storia.
(Ilaria Abbenante - 1A Odontotecnico)
Giornata
della Memoria: "Le farfalle non volano qui"
Questo
spettacolo, più che uno spettacolo un monologo, accompagnato
da immagini, musiche e rumori tipici della deportazione
e dei campi di concentramento, racconta di una donna che quando
era solo una bambina fu portata in un campo di concentramento:
a Terezin.Lo spettacolo è stato eccezionale, pieno
di emozioni. L'attrice ha saputo raccontare e trasmettere le
sensazioni di dolore, di malinconia, di sofferenza, di paura
anche a noiragazzi, quasi come se fossimo tornati indietro
nel tempo.La parte che mi ha particolarmente colpito è
stato il finale che ci ha mostrato il video di moltissimi bambini
che ancora oggi nel mondo soffrono a cause delle numerose
guerre. (Mariana Orlando )
"Paragraph
175"
Lo sterminio
dimenticato degli omosessuali, un film di Rob
Epstein e Jeffrey Friedman
Paragraph
175 raccoglie le testimonianze di omosessuali sopravvissuti
ai campi di concentramento nazisti. Le stime degli storici
parlano di circa 15000 omosessuali condannati in base al paragrafo
175 del codice penale tedesco. Molti di questi finirono nei
campi di concentramento, dove furono tra i primi a morire,
perché gli uomini col triangolo rosa erano il simbolo
di uno dei gruppi maggiormente disprezzati. Di queste vicende
non si è parlato per oltre 30 anni, dopo la fine della
Seconda Guerra Mondiale, segno evidente che la persecuzione
non è cessata nel 1945. Solo negli anni Settanta, per
iniziativa del movimento gay, si è cominciato a recuperare
quei pochi frammenti di memoria che ancora restavano. Dopo
altri tre decenni Paragraph 175 traduce in emozioni visive
i racconti atroci di quei pochi che ancora nel 1999, viventi,
potevano testimoniare quest’orrore dimenticato, rimosso
spesso dagli stessi protagonisti. Questi ultimi vittime non
solo delle persecuzioni naziste, ma anche della vergogna di
essere omosessuali. Un documento unico per la sua forza narrativa,
che colpisce soprattutto per ciò che non si vede, ma
s’immagina dietro agli occhi di quei vecchi signori
che parlano, piangono e ogni tanto restano ammutoliti per
qualche lunghissimo secondo, schiacciati dal dolore del ricordo.
ConcentraMENTI
S.U.B.
- Sud Under Beat: musiche
rielaborate da Vlad, Monotype, Spyke e Fausto Scirchio
Il
progetto concentraMENTI nasce dall'esigenza di ricordare un
periodo tragico della storia del genere umano. Un esperimento
musicale-mediatico, proposto da S.U.B. - Sud Under Beat- che
partendo da materiali audio (dai canti dei deportati alle canzoni
di cantautori italiani) arriva ad esplorare vari generi: dalla
forma canzone, reinterpretata con solo piano e voce, a
vere e proprie session di musica concreta ed elettronica,
per creare un panorama visionario sul tema della Shoah.
Di questo progetto verrà tratto una release (cd multimediale)
in distribuzione gratuita sui canali SUB.
S.U.B. è un collettivo autonomo
di musicisti, che ha come intento quello di promuovere e divulgare
tutte quelle produzioni musicali che non trovano spazio nella
discografia "canonica".
S.U.B. è uno spazio mediatico, un'unione di intenti,
una sinergia che trova spazio in un sito internet (attualmente
in costruzione) e tutto il materiale è divulgato gratuitamente
in commons creative, chiunque potrà utilizzare il materiale
audio e ri-scriverlo a suo piacimento.
S.U.B. è un esperimento mediatico, creare dal media eventi
reali dove gli artisti promossi dal collettivo trovino lo spazio
che altrimenti non avrebbero.
S.U.B. è tutto ciò che ancora ha spazio solo nelle
piccole officine meccaniche e cerca spazio.
S.U.B. è quello che chiamano net label ovvero etichette
on-line, ma non solo questo, niente del materiale prodotto è
venduto.
S.U.B. è il sud che si muove al suono del beat, è
un sud che ha voglia di emergere e sperimentare.
S.U.B. è l'uscita dalla vecchia concezione di produttore-musicista.
ogni artista è produttore di se stesso.
“Residui”
Accademia San Martino
Mostra a cura di Stefania Bosco
Daniele
Armieri
Sguardi
incerti
“Una macchia di sporco dentro sudice mura
e tutt’attorno il filo spinato
30.000 ci dormono...
Sono stato bambino tre anni fa.
Allora sognavo altri mondi.
Ora non sono più un bambino,
ho visto gli incendi
e troppo presto sono diventato grande.
Ho conosciuto la paura,
le parole di sangue, i giorni assassinati..."
HANUS HACHENBERGER, DA VEDEM, Settembre
1944
L’agonia di un bambino è la morte della coscienza
(DA.)
Niccolò
de Napoli
PENTI“MENTO“
[...]sussurrare un viaggio ,in un luogo remoto:
la MEnte...
Dove „egli“ smarrendosi nei suoi angoli BUI
come un bagliore scorge Il Pentirsi!!
Giace
lì in mezzo al pavimento il simbolo che ha cambiato
la storia, che ha irreversibilmente mutato il nostro essere
"individui". Paradossalmente bianco, scevro
di ogni male, di ogni ricordo, purificato dall'improbabile,
ma sperato pentimento.
In ogni angolo le immagini di un viaggio, un percorso
immaginario,
all'interno
dell' impenetrabile Scandita dolcemente
la parola a noi dovuta!!!
...è comprensibile, forse giustificabile immaginare,
...che ciò non sia mai ACCADUTO!!
Alessandro
Fonte
Un
affare pulito
Avvolta
in diversi strati
una forma indistinguibile
incomprensibile
grava
come cielo plumbeo
grondando
su una scacchiera di sapone.
Un affare pulito.
Blocchi
di sapone fatto a mano (conservano forse ancora una traccia
di umano) disposti su un altare, ricalcando la griglia
topografica di un campo di concentramento. Un frammento.
Su di essi, senza alcuna possibilità di sottrazione,
grava, opprimente, una forma avvolta in diversi strati
di tessuto.
Una forma di cui riconosciamo alcuni elementi (qualche
angolo, una convessità) ma la cui totalità
ci sfugge. È incomprensibile.
Gocce d’acqua, attraversando il tessuto, piovono
dalla forma sulla griglia di sapone, sciogliendola.
Quest’opera effimera, nell’atto di cancellarsi
cerca di imprimersi.
Ciò che l’opera dissolve, la memoria, forse,
conserverà.
Franz
Grosso
"untitled"
...nonostante tutto ad Auschwitz...si coltivavano le rose...!
Un fiore per ricordare...
un opera per non dimenticare...!
Simbolo di libertà al di fuori degli eccidi...
Dedicato a capire se dalle storie di ieri...
nasceranno quei valori che miglioreranno il domani...!
Nel giorno della memoria l’opera dell’artista Franz
Grosso, all’interno della sua essenza, si propone di fungere
da antidoto al ripetersi di determinati fatti...
Come un treno per la vita...raggiungerà la sensibilità
di ognuno nel presente, attraverso l’immagine di una rosa...
Proiettata verso l’avvenire...rivolta alla reminiscenza
di ciò che è stato...!
Shawnette Poe
Quanto lontano
dall'albero può cadere una mela?"
Possiamo lavare noi stessi delle
colpe che non portiamo adosso?
essere nati quando tutto era finito rende pulita la nostra coscienza
?
portiamo la responsibilità?
come tedeschi? come esseri umani?
siamo prevenuti noi o gli altri? siamo imbarazzati?
sono le nostre relazioni normali?
quanto loro erano diversi da noi?
e noi siamo diversi da allora?
Romus
Contro
contro
la prepotenza, contro la dittatura,
contro il razzismo, contro il genocidio,
contro l'olocausto, contro ogni male,
contro le prigioni della mente
che nessuno
potrà fermare perché fuggirà anche sotto
forma
di sangue. Non si può uccidere il pensiero.